il primo passo compiuto per la definizione dell’opera è stato la ricerca di un elemento naturale rappresentativo del concetto di preziosità e bellezza che simboleggiasse la bellezza di un parco. Il diamante è sembrato l’oggetto più indicato.
L’importanza del diamante è legata al rapporto fra le dimensioni esigue e la straordinaria resistenza e durezza della materia, oltreché alla perfezione morfologica e all’armonia “geometrica” della struttura.
L’obiettivo di questa installazione, ai confini con la Land art, è proprio quello di estrapolare un diamante, “frutto della terra”, e di reinserirlo “lavorato e raffinato” e “fuori scala” all’interno del suo contesto primigenio: l’uomo interviene quindi a riplasmare un elemento naturale, ricollocandolo nella natura e lasciando poi che sia la natura stessa ad impadronirsene e a modificarne l’aspetto dell’opera col passare del tempo.
Per la realizzazione materiale di quest’opera è stato coinvolto il laboratorio di “Saldocarpenteria Leggera” della Casa di Reclusione Santa Caterina di Fossano (CN) (http://www.ferroandfuocojaildesign.it), che ogni anno segue e forma circa 10 detenuti a fine pena. Questi episodi artistici offrono quindi la possibilità di coniugare arte e libertà creativa con una pratica della sostenibilità sociale.
In particolare, questa installazione è volutamente provocatoria: nel luogo in cui viene lavorato un materiale diffuso e poco nobile come il ferro, si crea invece un’opera che richiama con ironia il re delle gemme preziose. Il raro diamante bramato per il suo valore, assurge ad icona e allegoria del mondo desiderato e del sogno proibito che ha condotto (forse) “anime irrequiete” a scontrarsi con la dura realtà del carcere.
2° Edizione del Premio “Parco dell’Arte”, organizzato dalla Associazione culturale Mantova Creativa – PROGETTO FINALISTA